La città attuale

Alcune foto della citta'

Ercolano, a circa 8 chilometri a sud-est di Napoli, è una ridente cittadina che possiede un patrimonio storico, culturale ed artistico tra i più interessanti e ricchi della zona vesuviana. A parte gli Scavi Archeologici, conosciuti ormai in tutto il mondo, sul territorio ercolanese si ergono una ventina di Ville Vesuviane lungo il noto percorso del Miglio d'Oro. Non tutte le ville sono aperte al pubblico ma ce ne sono alcune tra le più belle che si possono facilmente visitare. Di notevole interesse storico e artistico si presenta anche la Chiesa di Santa Maria a Pugliano, una costruzione medievale, che ospita dei sarcofagi di epoca romana ed una statua in legno della Madonna delle Grazie del 1300 . L'attrattiva turistica che maggiormente riscuote successo resta comunque il Vesuvio. Ogni anno migliaia di visitatori salgono fino al cono per osservare non solo il cratere ma anche lo splendido panorama che si gode da quella altezza.

Altri luoghi di interesse:

Piazza Fontana (Colli Mozzi)

Questa piazza triangolare posta tra l'inizio di Via Pugliano e l'inizio di Via Mare, era nota in passato come Piazza dei colli mozzi perché in epoca borbonica essa ospitava un’arcata su cui erano collocate quattro statue senza testa di origine romana. L’arcata dei colli mozzi fu rimossa per fare spazio ad una fontana che raccoglieva le acque del sottosuolo. Anche questa fontana fu poi abbattuta, non si sa perché, in periodo borbonico. Essa era costituita da una vasca circolare nel centro della quale era collocata una roccia vulcanica. Una iscrizione posta dietro la roccia, sorreggeva una sirena di marmo di grandi dimensioni ai lati della quale vi erano dei puttini di marmo da cui sgorgava l'acqua della fontana.

Basilica di Santa Maria a Pugliano

La Basilica di Pugliano era nota già in epoca medievale per due sarcofagi di epoca romana che furono riportati alla luce durante lo scavo per la costruzione della chiesa e che sono attualmente conservati nella Cappella di Sant'Antonio all'interno della Basilica. Intorno all'anno mille i romani pontefici arricchirono il santuario di indulegenze e quando queste furono trascritte e depositate presso la Curia Vescovile nel 1375, molti fedeli vennero a Pugliano per pregare secondo gli insegnamenti del Papa e ricevere l'indulgenza Plenaria. Esternamente la Basilica si presenta come un insieme di edifici di epoche diverse, mentre internamente essa è composta da 14 cappelle disposte lungo le arcate laterali. Nella chiesa sono conservate numerose opere d'arte tra cui una copia (l'originale fu rubato nel 1980) del dipinto della Madonna dell'Ampellone risalente all'epoca bizantina. Vi è inoltre una statua della Madonna delle Grazie del 1300, un Crocifisso di legno del 1300, alcuni dipinti del 1500 e del 1600. Le qcquasantiere risalgono all'epoca romana, mentre la fonte battesimale sollevata da terra, del 1425, testimonia che la chiesa fu una delle prime nel circondario di Napoli ad amministrare il battesimo. Questa chiesa, già famosa intorno all'anno mille, quando nella zona cominciarono a sorgere chiese e monasteri, conserva infatti due sarcofagi di epoca romana che hanno a lungo attirato personaggi illustri ed importanti, rendendola uno dei luoghi di culto più influenti dell'area vesuviana.

Piazzetta Santa Croce a Pugliano

in Via Pugliano, tra un intrico di vicoli e piazzette, vi è Piazzetta Santa Croce dove è posta una croce eretta all'indomani dello scontro a Resina tra i giacobini ed i sanfedisti, le bande dell'Esercito della Santa Fede organizzate del cardinale Ruffo per reprimere i moti giacobini contro la Repubblica Partenopea nel 1799.

Mercato dell'usato

Lungo la Via Pugliano si tiene giornalmente il famoso "Mercato dell'usato di Resina". Vi si trova un po' di tutto, dal vestiario agli oggetti di antiquariato. Nato nei primi anni del 1900 come alternativa economica ai mercati nazionali, questo mercato è meta giornaliera di migliaia di persone, residenti e non, che qui vengono a rifornirsi soprattutto di abiti usati. E' un mercato molto vivace che ha avuto il massimo del successo a partire dagli anni sessanta/settanta, anni in cui l'usato di Resina divenne una vera e propria moda.

Chiesa di Santa Caterina

L'attuale chiesa di Santa Caterina, terminata nel 1822, sorge di fronte al Teatro dell'antica città di Ercolano, poco lontano dal luogo in cui sorgeva in epoca più remota un'altra chiesa sempre dedicata a Santa Caterina che fu abbattuta alla fine del 1700 per fare spazio alla Strada Regia delle Calabrie. La nuova chiesa dedicata alla Santa Caterina, fu progettata alla fine del 1700, ma i lavori di costruzione furono terminati soltanto nel 1822 ed essa fu aperta al culto solo nel 1827. Si tratta di un edificio a tre navate il cui stile si rifà a quello della scuola del Vanvitelli. Di valore artistico si rivelano la statua dell’Immacolata del 1884, il bronzo raffigurante il Battista all’interno del Battistero, opera realizzata dallo scultore napoletano Chiaromonte nel 1926. Molto bello è anche il trono che ospita la statua di marmo di Santa Caterina, collocato in fondo all’abside. Anche il tabernacolo si presenta artisticamente interessante per la sua chiara ispirazione agli antichi templi della città sepolta.

Chiesa di Sant'AgostinoChiesa di Sant'Agostino

Detta anche Santa Maria della Consolazione, è un edificio che risale al 1613. Fu edificato dagli Eremitani Scalzi dell'ordine di Sant'Agostino, che avevano ricevuto in dono dal Conte Scipione de Curtis il fondo rustico su cui si erge l'edificio. In prossimità di questa Chiesa, durante il periodo Borbonico, fu rinvenuta una pietra miliare che segnava l'inizio del sesto miglio durante il periodo di Adriano. Essa è conservata attualmente nella sezione epigrafica del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, e si è rivelata una importante testimonianza della riapertura della strada che da Napoli portava a Salerno, nel secondo secolo dopo Cristo, a dimostrazione che la vita, dopo la distruzione della città, era in qualche modo ripresa in questa zona. La chiesa, che compare sulla mappa del duca di Noja (1775) insieme ad un chiostro annesso al convento degli agostiniani, è di chiaro stile barocco napoletano. Al suo interno sono conservate opere molto belle di fattura squisita, come La fuga in Egitto, attribuita allo Zingarelli, i dipinti che riprendono il Santo Agostino, attribuiti a Luca Giordano e il dipinto della Vergine che appare a San Nicola da Tolentino firmato da Antonio Sarnelli (1778). La chiesa è costituita da una navata con la volta affrescata da dipinti incorniciati da decorazioni a stucco di colore bianco o dorato. Sui due lati della navata si aprono quattro cappelle che contengono i dipinti descritti in precedenza. L’altare maggiore, realizzato in marmo, è del ‘700  ed ospita un trono su cui è collocata una copia del seicento di un dipinto di epoca bizantina su tela raffigurante la Madonna della Consolazione, da cui la chiesa prende il nome. Purtroppo nel mese di Aprile 2002, la chiesa è stata derubata e sono stati portati via parecchi oggetti di valore del '700.

Piazza ColonnaPiazza Colonna

Situata lungo il Corso Resina, questa piazza è chiamata così perché, il 21 ottobre 1861, vi era stato eretto un monumento in occasione del primo anniversario del voto con cui le province meridionali si erano unite al Regno d'Italia. La colonna che si erge al centro della piazzetta, termina con una madonnina. Su un lato della piazza è situato un tabernacolo. La piazza divenne nota nel corso del ‘700 perché era il luogo di partenza del famoso corricolo, un calesse trainato da cavalli che faceva la spola tra i paesi della provincia e Napoli. Il calesse che sostava ai Granili e al Ponte della Maddalena, dove i cavalli si davano il cambio, terminava la sua corsa nella Piazza Mercato di Napoli, nelle vicinanze della Chiesa del Carmine.

 

Villa BattistaVilla Battista

Posizionata proprio di fronte alla Villa Favorita, deve il suo nome al farmacista Onorato Battista che aveva ricevuto una medaglia d'oro a Londra in una esposizione del 1904. Anche questa villa ospitava i villeggianti che venivano da ogni dove perché il luogo era molto salubre e gli stabilimenti balneari erano tra i più belli. Fu perfino aperto un teatro in uno degli stabilimenti vicino via Cecere (chiamato Eden come il più celebre teatro di Napoli).

Villa Ravone ( Villa Maiuri)Villa Maiuri

Questa villa, situata in Via 4 Orologi, è stata a lungo sede del Centro Internazionale di Studi Archeologici A. Maiuri, inaugurato nel giugno del 1962 grazie ai contributi della contessa Matarazzo in Caramiello. Amedeo Maiuri, l'archeologo che ha riportato alla luce la maggior parte degli Scavi dell'antica città dal 1927 fino agli anni sessanta, ricevette la cittadinanza onoraria nel 1952. Gli fu offerta anche una targa d'oro con la figura di una sirena, simbolo del Comune di Resina (attuale Ercolano) fino al 1969. La villa è stata poi abbandonata da qualche decennio ed è in programma un progetto di ristrutturazione per riportare l’edificio al suo antico splendore.

Villa D'Amelio

Un'altra villa dell'ottocento, è famosa per aver ospitato Gabriele D'Annunzio che trascorreva le sue vacanze estive in questa località. Egli era venuto a Napoli nel 1891 come collaboratore del giornale Il Mattino.

Villa Cantani

Non è una villa aperta al Pubblico ma è interessante perchè ha dato i natali allo scienziato Arnaldo Cantani, fondatore del primo istituto antirabbico italiano e inventore dell'enteroclisma.

Esposizione del Corallo

Il fabbricato, detto anche di "Sordo e Donadio", era stato concepito per l'esposizione e la vendita degli artistici manufatti di corallo. Ogni anno è visitato da migliaia di turisti che possono osservare da vicino la lavorazione del corallo che in questa zona è molto sviluppata.

Chiesetta di S. Vito

E' una piccola chiesa barocca, situata in località San Vito, che fu circondata dalla lava nel 1767, senza subire alcun danno. presso questa chiesetta, il primo fine settimana di ottobre di ogni anno, viene festeggiato il Martire San Vito con il tradizionale "Volo degli Angeli" e gare pirotecniche a conclusione dei festeggiamenti che durano due giorni.

Chiesa del Salvatore

Questa chiesetta edificata nel 1600, è posta nelle vicinanze dell'Osservatorio Vesuviano, a poca distanza dal cratere. Essa era il luogo dove il martedì dopo la pentecoste tutti i devoti e i bevitori della zona vesuviana si riunivano per dare vita ad una festa popolare di cui erano piene le cronache del tempo. Tali feste passavano tranquillamente dal religioso alle orge bacchiche. Questa tradizione si è mantenuta fino agli anni sessanta quando la statua di San Gennaro veniva portata in spalla fino ai quartieri della città. In tale occasione era tradizione esporre le coperte più belle sui balconi o sulle finestre che venivano addobbate anche con fiori variopinti. Le strade invece, venivano ricoperte da un letto di fiori di ginestre.

Osservatorio Vesuviano

Fu inaugurato il 28 settembre del 1845, in occasione del VII congresso degli scienziati italiani che si tenne a Napoli. Esso fu ospitato in un edificio di stile dorico a due piani con una ampia terrazza sul davanti, eseguito dall'ingegnere Gaetano Fazzini su ordine di Ferdinando II di Borbone. A 608 metri sul livello del mare, su una altura isolata, che consentiva all'edificio di avere maggiore sicurezza nel caso di una eruzione, l'osservatorio fu affidato in un primo momento alla direzione del fisico parmense Macedonio Melloni(1798-1854). A questi succedette alcuni anni più tardi, Luigi Palmieri, allievo del Melloni, che iniziò ad effettuare a proprie spese delle ricerche di metereologia elettrica. I suoi risultati convinsero il sovrano a riprendere il funzionamento dell'Osservatorio che dopo la destituzione del Melloni era rimasto abbandonato. Il Palmieri continuò il suo lavoro e pubblicò varie opere sulle eruzioni ed i vari fenomeni legati al Vesuvio dal 1855 al 1868 e creò numerosi strumenti che ancora oggi sono utili per le osservazioni vulcanologiche. A lui successero nella direzione Eugenio Semmola e Raffaele Vittorio Matteucci che ricevette una medaglia d'oro per essere rimasto all'interno dell'Osservatorio durante un'eruzione. Alla sua morte gli successe Giuseppe Mercalli (1850-1914), il vulcanologo e sismologo noto per la sua famosa scala sismica adottata dall'Ufficio Centrale di Metereologia, e per la carta sismica della Campania.

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