Villa Favorita

Il Miglio d’Oro

 

Con il termine Miglio d’Oro si definiva il tratto di strada che, partendo da Villa de Bisogno, sull’attuale Corso Resina di Ercolano, arrivava fino a Torre del Greco. Oggi si tende ad identificare con Miglio d’Oro tutta l’area che include le 121 ville vesuviane censite dall’Ente Ville Vesuviane, comprese nel territorio che va da San Giovanni a Teduccio fino a Torre del Greco. Il Miglio d’Oro era definito così grazie all’attivismo del principe illuminato Carlo III di Borbone che rese questa zona un felice punto di incontro tra scoperte archeologiche e vivacità culturali ed artistiche. Il clima salubre ed il paesaggio incantevole attirarono l’aristocrazia settecentesca che poteva qui dedicarsi a battute di caccia, alla pesca o a qualsivoglia attività di svago. Era questo il luogo ideale dove poter costruire ville sontuose e dove il gusto del bello venisse messo in risalto dai più affermati architetti, scultori e pittori dell’epoca, quali il Vanvitelli, il Vaccaro, il Gioffredo e il Fuga. Il duca di Noja nel 1775 realizzò una mappa di tutte le ville che includeva una serie di incisioni con i dettagli e le notizie storiche di ogni villa. Ad Ercolano ci sono una ventina di ville, la maggior parte delle quali si affaccia sul corso Resina, mentre altre sono sparse in zone un po’ più distanti dalla strada.

ITINERARIO

Leda col cigno - Villa SignoriniLa prima villa che si incontra, venendo da Napoli, proprio sui confini tra Portici ed Ercolano, è Villa de Liguoro, che è tra le costruzioni signorili la più antica. Essa è affiancata ad un’altra villa settecentesca, Villa Maltese, che è ubicata però nel territorio di Portici, ed è molto vicina al Palazzo Reale di Portici, fabbricato settecentesco di notevole bellezza e dimora dei borboni. Sulla destra di Villa de Liguoro, vi è l’antica Via Cecere, oggi Via Roma, che conduce verso il mare, sul cui lato destro si affaccia la famosa Villa Signorini, la cui facciata, Villa Signorinidecorata da numerosi stucchi rococò, richiama lo stile tipico di Domenico Antonio Vaccaro. La villa, oggi sede di congressi e manifestazioni private, si apre su un bel giardino che ospita due padiglioni decorati con intonaci policromi e cupole maiolicate ed una bellissima fontana al cui centro risalta una stupenda statua di Leda con il cigno. Si può visitare su prenotazione. Scendendo di poco, si incontra la Villa Faraone, restaurata da poco, che presenta all’interno dell’atrio, un pozzo che sembra essere comunicante con antiche gallerie nel sottosuolo che vanno sia in direzione del mare che verso il Vesuvio, che furono forse utilizzate durante gli scavi borbonici, per arrivare alla famosa Villa dei Papiri, poco distante.

All’incrocio di Via Cecere con Via Consiglio, vi è l’antico “casino dei cecere”, Villa Passaro. Il vestibolo della villa immette in un cortile affiancato dagli antichi passaggi per le carrozze, da cui si diparte una bella scala a doppia rampa di forma ellittica per l’accesso al giardino. Sull’altro lato della strada si affaccia la Villa Consiglio, localizzata dove il Duca di Noja aveva indicato il “Casino del Renna”. Questa bella villa presenta un triplice sistema di archi che immettono su una terrazza dalla quale si gode una bella vista del mare e del vicino porto borbonico del Granatello.

Villa Granito di BelmonteTornando indietro lungo la Via Cecere, sulla cui destra, sotterrata sotto circa 25 metri di interro vi è la favolosa Villa dei Papiri non ancora riportata completamente alla luce, si incontra un’altra villa appartenente ai Signorini, la Villa Granito di Belmonte. Progettata dal Vaccaro, essa conserva ampi saloni affrescati ed un belvedere a cui si accede tramite una gradinata semicircolare a doppia rampa che permetteva una bellissima vista del mare. Il suo giardino è andato quasi completamente perduto e la costruzione ha subito varie modifiche durante gli anni. Affiancata a questa villa, sul Corso Resina, vi è la Chiesa di Sant’Agostino che risale al 1613 ad opera dei frati eremitani scalzi.

Proseguendo per poche centinaia di metri incontriamo il Palazzo Municipale, dove è situata attualmente la Casa ComunalePalazzo Municipale - Giardino. Proprietà dei Bernabiti questa raffinata costruzione fu adibita a Municipio nella seconda metà dell’Ottocento. Ha un bel giardino, ben conservato, da cui si può avere uno squarcio degli scavi della vicina Villa dei Papiri. Poco più avanti c’è il Palazzo Correale con il suo androne che inquadra il panorama verso il mare ed il Palazzo Tarascone, un edificio dalla pianta molto particolare che attualmente è in fase di restauro. Continuando per il corso Resina, sulla sinistra, vi è una stradina che immette nella Piazzetta Fontana, dove è situato il Palazzo del Principe di Capracotta che era un tempo la sede della Casa Comunale. Da questa piazzetta, dove un tempo era sistemata una fontana, si diparte la famosa Via Pugliano, sede del Mercato dell’usato che dal dopoguerra ha vestito i giovani più “in” non solo di Napoli e provincia ma anche di altre città d’Italia. Esso ha rifornito infatti le migliori boutiques della Capitale e dai suoi stracci sono stati ricavati abiti di gran valore. Sulla Via Pugliano affacciano i quartieri antichi della città, con un intrico di viuzze e spazi aperti molto caratteristici che si susseguono fino a raggiungere la Piazza Pugliano dove sorge la famosa Basilica di Santa Maria a Pugliano. Questo santuario a tre navate, era già noto nell’anno mille ed è una delle chiese più belle e ricche di storia ed opere d’arte della zona costiera.  In esso sono conservati due sarcofagi di epoca romana ed un dipinto di epoca bizantina. Altre sculture e dipinti risalgono al periodo medioevale. Ritornando sul Corso Resina, si incontra, di fronte alla Chiesa di Santa Caterina, eretta nel 1822,  l’ingresso al Teatro antico di Ercolano che si può visitare solo su prenotazione. Scoperto in epoca borbonica, conteneva moltissime statue di marmo che sono state però asportate e fanno parte oggi di collezioni private o sono esposte in musei sparsi in tutto il mondo. Procedendo di pochi metri, si trova la Piazza Colonna, al centro della quale è collocata una colonna sovrastata da una Madonnina, un  monumento che fu eretto il 21 ottobre 1861 in occasione del primo anniversario del voto con cui le province meridionali si erano unite al regno d'Italia. Questa piazza era nota, durante l'ottocento, perché da essa partiva un calesse (corricolo) che faceva la spola tra Napoli (Piazza Mercato) ed i paesi della provincia, terminando la corsa proprio ad Ercolano. Il calesse, utilizzato fino al 1902, divenne talmente noto che molti artisti ne vollero lasciare splendide immagini.

A pochi metri da questa piazza, sempre sulla destra, si trova l’entrata agli Scavi archeologici dell’antica città di Ercolano. Scavi di ErcolanoSuperati di poco gli scavi, vi è Villa de’ Bisogni di Casaluce nel cui giardino si trovava il pozzo che comunicava con i cunicoli dell’antica città di Ercolano. Proprio all’ingresso di questa villa è collocata la pietra miliare che segna l’inizio del Miglio d’Oro.

Dopo circa trecento metri, entriamo nella zona più ricca di ville, dove sono ubicate anche quelle più rinomate e più belle. Villa AprileVilla Aprile, a sinistra,  veniva definita la “regina delle ville” per la sua bellezza e la sua felice posizione. Questa dimora è stata un luogo ideale di villeggiatura di personaggi famosi fino agli inizi del 1900. Qui i nobili si riunivano e si intrattenevano nei due padiglioni simmetrici dedicati alla amicizia e alla felicità. Il bel parco è ricco di elementi architettonici  come statue, fontane, chioschi pittoreschi di tipico gusto settecentesco a cui si affiancano un laghetto ricco di ninfee sovrastato da un rifugio alpino e alcune architetture che riproducono antiche strutture. L’elemento architettonico di maggior valore è la fontana che contiene il Prometeo marmoreo. Attualmente la villa è in fase di restauro. Subito dopo vi è la Villa Durante, Villa Durantealtra splendida costruzione restaurata qualche anno fa. Essa era famosa per il suo bel giardino di forma sferica, ricco di piante nobili e di busti di marmo. Molto bello è il portale che immette nel giardino che, posizionato dall’altra parte della strada, oggi costituisce parte della Villa Tosti di Valminuta, un’altra costruzione del settecento che  presenta un impianto molto semplice.

Superato l’incrocio con la via 4 Orologi, dove a pochi metri sulla destra è situata la Villa Ravone o Villa Maiuri che fu luogo di studio per molti archeologi, si incontra la più famosa delle ville vesuviane, Villa Campolieto, uno dei capolavori del settecento. Iniziata nel 1755 per volere del duca di Casacalenda che ne affidò i lavori a Mario Gioffredo, fu ampliata e completata da Luigi Vanvitelli. La villa presenta una pianta quadrata articolata in quattro nuclei separati dai bracci di una galleria centrale a croce greca. Lo scalone principale, voluto dal Vanvitelli, presenta uno schema simile a quello della Reggia di Caserta. Molto bella è la facciata posteriore che, nella zona centrale, si unisce al portico ad archi a tutto sesto che somiglia al colonnato ad archi tondi del giardino della Reggia di Versailles. Gli interni furono decorati con affreschi di Jacopo Cestaio a cui si devono le raffigurazioni di Apollo, Mercurio e Minerva, ed affreschi di Fedele Fischetti che decorò la volta della sala da pranzo, realizzando un finto pergolato di viti intrecciate a rampicanti in fiore su cui volteggiano amorini e uccelli esotici. Attualmente la villa è utilizzata per importanti incontri culturali e di spettacolo, ed è sede dello STOA. Al suo interno sono dislocati anche alcuni uffici dell’Ente Ville Vesuviane.

Di fronte alla villa si erge Villa Arena, famosa per i suoi giganteschi pini sotto i quali il re Ferdinando IV dei Borboni amava trastullarsi. Dietro questa dimora è situata un’altra villa, purtroppo andata quasi completamente distrutta, la Villa Giulio de la Ville a cui si accede girando a destra subito dopo Villa Arena e poi di nuovo a destra in via Alessandro Rossi. Nella stessa strada, si eleva anche la  Villa Ruggiero, sede attuale della biblioteca comunale. Questa villa è costituita da un corpo centrale che si allunga in due brevi ali collegate ad una esedra che ingloba un cortile ellittico. Bella è la balaustra della terrazza che alterna ringhiere panciute a poggi in piperno che sorreggono busti scultorei. Sul balcone centrale è posizionata una nicchia che ospita un busto di San Gennaro nell’atto di fermare la lava del vulcano. Ritornando sul Corso Resina, troviamo la Villa Battista, una costruzione ottocentesca che fa bella mostra di una torre sorretta da colonne ed archi. Anche questa splendida villa ospitava i villeggianti che venivano da ogni dove perché il luogo era molto salubre e gli stabilimenti balneari erano tra i più belli della costa. Essa deve il suo nome al farmacista Onorato Battista che aveva ricevuto una medaglia d'oro a Londra in una esposizione del 1904.

Opposta alla Villa Battista,si  erge la bellissima Villa dei Mosaici - Dependance di Villa FavoritaVilla Favorita, definita così perché era il luogo favorito dai re, dai principi e da tantissimi altri aristocratici che qui venivano a trastullarsi nel più totale sfarzo. La villa, che per la sua imponenza e bellezza somiglia ad una reggia, ha un impianto planimetrico abbastanza singolare, che risente marcatamente della produzione di Ferdinando Fuga a cui furono affidati i lavori di completamento. Vi si accede attraverso due portoni laterali che immettono direttamente nel cortile da cui parte una scala semicircolare che porta al piano rialzato. Le decorazioni interne sono andate quasi completamente perdute. Restano solo alcuni affreschi di una soffitta e alcuni riquadri di stucco delle pareti del salone ellittico e le decorazioni di gusto orientale della sala cinese  La villa ha un parco molto esteso che giunge fino al mare, dove un tempo crescevano piante esotiche e rare. Attualmente la villa è chiusa e si attende un suo restauro. Il parco in prossimità del mare, da poco restaurato, ospita altri edifici di notevole bellezza quali la Palazzina del Mosaico, che era una dependace della villa, una piccola cappella, le scuderie e le due cafe-houses dell’approdo borbonico.

Superata la Villa Favorita, proseguendo sul Corso Resina, si incontrano ancora altre ville settecentesche: la Villa Principe di Migliano, che presenta una bella scala che si apre verso il mare per godere di un bellissimo panorama sul golfo; la Villa Manes Rossi, una delle costruzioni più singolari del settecento perché è costituita da un solo piano. Le sue decorazioni esterne richiamano quelle dell’antico stile pompeiano e la villa è affiancata dalla Cappella di Santa Maria del Pilar, splendido esempio di barocco napoletano. Poco distante è la Villa Vargas Macchucca caratterizzata da uno stemma dipinto a fresco nella volta del vestibolo. Per finire, dall’altro lato della strada vi è Villa Lucia, col bel giardino che inquadra un singolare panorama del Vesuvio. Anche in questa villa è ospitata una bella statua di S. Gennaro, protettore di Napoli ed Ercolano.

Proprio sul confine con Torre del Greco, incontriamo infine  Villa Materasso, una costruzione dell’ottocento di notevole bellezza, arricchita da un vasto giardino. Finisce qui il Miglio d’Oro, ma percorrendo la strada, in direzione di Torre del Greco, si incontrano ancora molte delle ville vesuviane più belle di questa zona.

 

 

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