Insula III
Casa dell'albergo
La casa dell'albergo, erroneamente ritenuta un antico hotel, è
una delle case più ampie e signorili di Ercolano.
Costruita in età augustea, questa raffinata residenza si
sviluppava su tre piani, l'ultimo dei quali è andato
completamente perduto. Adiacente all'atrium vi è il settore dei
cubicula e quello di rappresentanza con sale di
diverse dimensioni che si protendono verso il mare. La dimora è
dotata anche di un sistema di terme private.
Questa prestigiosa dimora aveva un'ampio peristilio porticato su
tre lati e pavimentato in mosaico bianco con una fascia nera di
contorno, che circondava il giardino, posto leggermente ad un
livello più basso, dove fu rinvenuto un tronco di pero.
Aveva anch'essa una terrazza artificiale che poggiava sulle
sostruzioni a volta e si spingeva oltre il bastione delle mura
dove sono visibili anche dei balconi con affaccio sulla
sottostante spiaggia.
Casa dello scheletro
Nota per il rinvenimento di uno
scheletro al secondo piano della dimora ormai perso, questa
abitazione signorile conserva ancora alcuni affreschi e mosaici
degni di nota.
Vi si accede attraverso un corridoio decorato con motivi
geometrici bianchi su fondo nero. L'atrio fa da disimpegno ai
vari ambienti della casa che sembra essere costituita da tre
nuclei abitativi, di probabile età pre-romana che erano stati
riuniti in età successive.
Di fronte all'atrio vi è un piccolo locale con pitture rosse
alle pareti ed un finestrone che affaccia su una sala
tricliniare che presenta un mosaico colorato a riquadri. Un
piccolo giardino decorato da affreschi con fiori e uccelli
presenta un lararium, da poco restaurato, in mosaico colorato.
Un puccolo ambiente sulla destra del corridoio che immette al
piccolo giardino è pavimentato con opus sectile ben
conservato.
A sinistra dell'atrio vi è un bellissimo ninfeo con i calchi
degli originali mosaici ora in esposizione al Museo Archeologico
Nazionale di Napoli. I mosaici in pietra lavica dipinta ancora
in situ sono originali.
Alcuni ambienti di questa dimora furono ceduti alla vicina Casa
dell'Albergo.
Casa del tramezzo di legno
E' una delle poche dimore di Ercolano
ad aver conservato intatta la parete in intonaco bianco, fino
all'altezza del secondo piano.
La porta d'entrata, di grandi dimensioni, era sovrastata da una
cornice decorata. I suoi stipiti sono formati da riquadri di
tufo ed ai suoi lati vi sono dei sedili in muratura.
L'atrio conserva un tavolo di marmo con piedi a forma di zampe
di leone che è posto vicino all'impluvium. Quest'ultimo è
rivestito di marmo e lascia intravedere l'antica pavimentazione
in signino.
Sul fondo dell'atrio vi è un tramezzo di legno carbonizzato
decorato da borchie di bronzo che serviva a dare maggiore
intimità al tablinium che affaccia sull'ambiente.
Le decorazioni parietali della casa sono abbastanza ben
conservate. Una bella decorazione di animali alati si può vedere
nella stanza in fondo a sinistra. Il cubiculum sulla
destra dell'entrata, oltre a begli affreschi ben conservati, ha
un pavimento musivo a motivi geometrici bianco e nero e
conserva parte dello stipite della porta di legno carbonizzata.
Nel cubiculum al centro della parete sinistra
dell'atrio, si conserva un letto di legno carbonizzato
originale.
Casa a graticcio
Prende il nome da una struttura
muraria in cannucciata ritrovata nel cortile interno di
questa abitazione costituita da piccoli appartamentini.
La cannucciata, o opus craticium, era una tecnica
utilizzata per creare le strutture portanti e consisteva
nell'uso di telai di legno intrammezzati da grosse pietre e
legati insieme da materiale cementizio. Questa tecnica è molto
bene descritta da Vitruvio che ne sconsiglia tuttavia l'uso, non
essendo essa adatta ad assicurare sicurezza contro gli incendi.
La casa sembra essere abbastanza modesta ma l'archeologo Amedeo
Maiuri vi ha ritrovato, durante gli scavi, numerosi reperti che
danno un'idea del modo di vivere dei suoi abitanti.
Vi sono conservati infatti i letti divano, al piano superiore, i larari di legno con le statuette di bronzo ed alcuni armadi a muro contenenti vasellame.
La dimora conserva anche una
balconata che affacciava direttamente sul Cardo IV, in
prossimità della Casa del Tramezzo di legno.
Casa dell'erma di bronzo
Gli stipiti delle porte di questa abitazione sono in tufo e
lasciano capire che la casa aveva mantenuto in parte
l'originario impianto urbano osco.
L'atrio è di tipo tuscanico con al centro un impluvium costruito
con blocchi di tufo. Nell'atrio vi è una erma di bronzo che
rappresenta il ritratto del padrone di casa.
Questa dimora molto antica subì varie trasformazioni nel corso
delle quali furono realizzati i piani superiori a cui si
accedeva tramite delle scale posti in ambienti diversi della
casa.
Molto belli e singolari sono gli affreschi di color vermiglio
che si conservano nel corridoio che porta verso gli ambienti
interni. Delle rappresentazioni di paesaggi si conservano molto
bene mentre delle colonne dipinte sulle pareti mostrano
chiaramente la tecnica della tridimensione che era già nota
presso gli antichi romani.
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