Insula VI
maschili
L'intera struttura delle terme del Foro, che contiene sia le
terme maschili che quelle femminili, fu realizzata in opus
reticulatum.
Il vestibolo della sezione maschile contiene una fontana
marmorea circolare. Da notare nel calidarium l'abside a valva di
conchiglia con al centro un podio che serviva per sostenere
un grande labrum marmoreo, ormai scomparso, ed una piscina
per i bagni caldi.
Le terme maschili davano sulla palestra circondata da
colonne in laterizio e pilastri in asse con la cupola del
calidarium.
E’ ancor ben visibile il colonnato sormontato in parte dalla
tettoia. Vi sono delle
pitture parietali a fondo rosso. Nel tepidarium della
sezione maschile, il pavimento a mosaico con motivo che
riprende Tritone, è crollato ed è visibile il sistema di
riscaldamento a suspensurae.
La sezione femminile è meglio consrvata di quella maschile.
Vi si possono vedere il pavimento marmoreo con motivo
mitologico che rappresenta Tritone tra i delfini,
polipo e seppia ed il pavimento a mosaico del tepidarium
con il simbolo dell'infinito e oggetti vari. Nel calidarium
una vasca marmorrea e due panchine in marmo sono ancora in
ottime condizioni.
Questo edificio di culto fu voluto dai fratelli A. Lucius
Proculus e A. Lucius Italianus, come si evince da
un'iscrizione rinvenuta in questo ambiente durante gli
scavi. I due fratelli facevano parte del collegio degli
augustali che presiedevano al culto dell’imperatore.
Esso è costituito da un atrio con quattro colonne e da
alcuni ambienti in cui sono conservate delle pitture murarie
molto belle raffiguranti Ercole ed altri dei.
Dal Collegio si passa
nel Sacello degli Augustali che dava sul Decumano Massimo.
Proprio di fronte al Collegio degli Augustali si apriva il
Foro di Ercolano, ancora sepolto sotto la città moderna, e
si può osservare l'arco quadrifronte in laterizio decorato
in IV stile con quadrati in stucco a motivi floreali al
centro della volta. Ai lati dell'arco vi sono due basi per
statue bronzee. Attualmente la Basilica è ancora sepolta
sotto una spessa coltre di tufo, ma gli edifici furono
esplorati durante il periodo borbonico quando furono
ritrovati degli affreschi di notevole bellezza.
Basilica
Nella Basilica di Ercolano fu
rinvenuta una pittura che riprendeva Ercole e Telefo. Questo
capolavoro fu dipinto con abile gioco di luci ed ombre, che
mettevano in evidenza il sentimento che pervase Ercole nel
momento in cui riconobbe suo figlio Telefo, che egli aveva
avuto dalla sacerdotessa di Atene, Auge.
Altri
dipinti, ora conservati al Museo Archeologico Nazionale di
Napoli, riprendevano Achille e Chirone ed Ulisse insieme ad
Olimpo. Oltre alle pitture delle absidi, vennero recuperate
anche delle statue equestri marmoree di augusto, Claudio e
Tiberio che sono esposte al Museo Archeologico Nazionale di
Napoli.
Lungo il
Cardo III, in prossimità del Foro e di fronte al
Collegio degli Augustali, fu rinvenuta un'altra Basilica dove
erano esposte le statue equestri di M. Nonio Balbo anch'esse
esposte al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Casa del Salone Nero
La casa del salone nero è una delle più particolari per le
sue caratteristiche decorazioni su fondo nero. Appartenuta
all'augustale L. Venidius Ennychus presenta un atrio molto
spazioso con pavimento in cocciopesto e file di mosaico
bianco. L'impluvium è in marmo bianco. In fondo
all'atrio vi è un tablinium con affreschi su fondo
marrone con architetture e medaglioni, Ai lati dell'atrio vi
sono alcuni cubicoli e la cucina. Dal tablinium si
passa nel peristilio colonnato con pavimento in mosaico nero
decorato con scaglie di marmo policromo. Su questo ambiente
affaccia l'ampio salone da cui ha preso nome l'abitazione,
che è caratterizzato da pareti e soffitte dipinte a fondo
nero e pavimento in mosaico bianco.
Al piano terra di questa abitazione, furono ritrovate 20
tavolette cerate che testimoniano la causa in tribunale per
la legittimazione alla carica di augustale del proprietario
Venidius Ennichus.
Nell'ultimo periodo questa abitazione fu frazionata e gli
ambienti che davano sulla strada principale furono adibite a
botteghe con proprie aperture indipendenti.
Botteghe
Tra le varie botteghe che affacciavano sul Decumano Massimo,
vi è una bottega collegata alla casa del Colonnato Tuscanico
che era pavimentata in marmo pregiato ed aveva pareti
affrescate su fondo rosso e azzurro. Questa bottega è
impreziosita da un fregio che rappresenta Ercole mentre
trascina un toro, che secondo alcuni archeologi potrebbe
rappresentare il mito di fondazione della città, e
l'Abbondanza con la cornucopia.
Un'altra bottega
presenta un'insegna rappresentante la figura di Semo Sancus
che viene spesso identificato con Ercole. Nella parte
sottostante, vi è un dipinto, con la scritta Ad cucumas e la
raffigurazione di 4 anfore, dette cucumae, che riporta il
prezzo per ogni singola qualità di vino venduto.
Un altro pannello riporta l'annuncio di uno spettacolo che
si teneva nella città di Nola .
Vi è infine un'altra bottega con soppalco in legno
accessibile mediante una scala di legno, dove furono
ritrovate delle merci ancora imballate ed una serie di
vasellame vitreo con il marchio di fabbrica impresso.
In prossimità
dell'incrocio tra il Decumano Massimo ed il Cardo IV vi è
una fontana in pietra bianca con la rappresentazioneVenere e
Mercurio.
Questa dimora molto ampia che ha una apertura sul Decumano
Massimo ed un'altra sul Cardo III, è la fusione di due
abitazioni. Essa conserva degli affreschi molto particolari
e mosaici bellissimi. Nel centro dell'atrium si
conserva la vasca centrale in marmo ed il tablinum è decorto
con mosaici a motivi geometrici bianco e nero. Sulla destra
dell'atrium si apre un oecus con pavimento a mosaico
bianco con figure geometriche nere. Sulle pareti sono ancora
visibili dei dipinti che rappresentano episodi della
mitologia greca.
Un piccolo corridoio conduce al peristilio decorato da
colonne tuscani in mattoni, rivestite di stucco e dipinte in
rosso e nero. Sul giardino affaccia una grande sala che
conserva il pavimento a mosaico con tappeto centrale con
inserti gialli e neri. La decorazione parietale ancora in
buone condizioni, rappresenta gli dei Apollo e Bacco.
Questa abitazione è ancora chiusa al pubblico per
ristrutturazione.
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